lunedì 4 maggio 2015

IL PRIMO PASSO VERSO L' ETERNITÀ: PARTE SETTIMA



IL PRIMO PASSO VERSO L’ETERNITÀ -  PARTE SETTIMA: 
DOPO L’ASTRALE.

Eravamo rimasti al momento in cui si sarebbe riusciti ad attraversare l’Astrale senza neanche accorgersene, per la velocità di spostamento dell’Io.
Bene, riprendiamo da quel momento tutti i passaggi uno per uno, al fine di comprendere la seppur complessa, ma al contempo importantissima successione di eventi che ci interessano.
In un primo momento, quando l’Io comincia a staccarsi dal corpo, riesce a vedere il proprio soma sdraiato sul letto, come qualcosa cui non appartiene più. Trascorso qualche attimo durante il quale prende coscienza della nuova condizione, con un movimento quasi automatico di assorbimento, si sente proiettato verso “l’esterno” ad una velocità incontrollata. Attraversato l’Astrale in una frazione di secondo, così come se si passasse attraverso una bianca nube, di colpo ci si trova nel buio più assoluto. A quel punto un momento di smarrimento pervade l’Io che per fortuna si supera immediatamente, perché in lontananza si cominciano ad intravvedere delle stelle e degli astri. Si sente la necessità di respirare, ma ci si accorge che non serve. In quella realtà si è al di là di qualsiasi fenomeno fisico che possa comportare rifacimenti ad un organismo animale. E’ chiaro che ancora, in particolare la prima volta, non si è avvezzi a quella sensazione così strana, per cui quasi sempre, lo smarrimento porta ad un rientro automatico nel corpo, con una sorta di risveglio affaticato e lievemente impaurito.
Anche in questo caso, non c’è nulla da temere. Secondo quanto narrato da tutti coloro che hanno vissuto tale esperienza, nessun danno in nessun caso può riversarsi sulle condizioni salutari del soggetto.
Tentando successivamente l’esperimento, dopo altri pochi tentativi, si riesce a raggiungere la condizione ottimale e di fuoriuscita completa dell’Io.
Bisogna però, prima di procedere oltre, tenere presente alcuni parametri che spesso sono motivo di dubbi, incertezze e quant’ altro, da parte dell’Operatore.
In primo luogo, non potrà mai avvenire che l’Io fuoriuscito, non riesca a rientrare nel corpo, rimanendo a vagare e lasciando “morire” il soma. La Tradizione ha sempre insegnato di riferirsi ad un’immagine che spiega perché ciò non può avvenire. In senso figurato si tramanda dell’esistenza di una specie di “filo d’Arianna” chiamato il “Filo Interminabile d’Argento” che lega l’Io al suo corpo, in guisa tale da poterlo lasciare solo nelle circostanze della morte. In altre condizioni, ed in altri momenti, quali che siano le circostanze l’Io non potrà, essendo legato da questo filo, abbandonare mai anzitempo il soma che abita.
Spiegato questo dettaglio che ritengo di rilievo, vi è un altro particolare che dev’ essere fatto conoscere al futuro operatore. La velocità di spostamento dell’Io è pari a quella del Pensiero, cioè di trecentomila volte superiore alla velocità della luce. Il che significa che ha la possibilità di viaggiare a circa 90 miliardi di chilometri al secondo. Ciò gli permette, infatti, di fare quanto appresso specifico.
Una volta uscito e ritornato a vedersi immerso nel buio cosmico, dal momento in cui gli comincia ad apparire la visione delle prime stelle, si potrà spostare alla velocità anzi indicata e così riesce “per attrazione” a raggiungere la Stella Sirio, nell’ arco di alcuni minuti.
Perché la Stella Sirio?
Sembra che il Sistema Binario che la caratterizzi, possieda un agglomerato di polveri primordiali, quali quelle esistenti nel nostro angolo di Cosmo, prima della formazione del Sole.
Su tale agglomerato, coloro che hanno vissuto appieno l’esperienza in questione, narrano della presenza di molte altre tipologie di Io, quasi fosse la prima tappa di un processo esplorativo dell’Universo, cui l’Io potrebbe andare incontro a piacimento, da qualsivoglia parte provenga.
Ho descritto più dettagliatamente, in un passo del mio Romanzo “Rudyard il Magus” come esistono altri metodi, quale per esempio la Piramide di Cheope, che possono consentire all’ Uomo il raggiungimento di questa capacità. Ma indipendentemente dal percorso o da quello che si scopre al di là della dimensione prettamente umana, c’è un concetto fondamentale, che rende tale procedura primariamente importante.
Il fenomeno fa sì, che le visioni e comunque le esperienze vissute dall’ Io in tali circostanze, consentano allo stesso di rimanere vigile, cosciente e memore e ciò anche al rientro nel corpo.
Ordunque, se un Io riesce a mantenere fermamente validi in maniera attiva questi tre parametri, non può non dedursi, per logica conseguenza, che ove uscisse dal corpo poco prima del suo decesso, essendo già riuscito in vita a produrre questi effetti (esperienze apprese nel frattempo a parte), proseguirebbe a vivere, per come anzi avvenuto, la sua cosciente esistenza nella nuova chiave, senza alcun trauma e senza dover subire alcun processo di quella che è la normale evoluzione o involuzione post – mortem.
E’ questa, se ci si riflette attentamente su, una prima ed elementare forma di Immortalità dell’Io, concessa agli Umani.
Sin dalle più antiche forme di Tradizione, tutti i Maestri, Visibili o Invisibili, hanno insegnato questo primo percorso, che consente all’ Uomo di “conoscere” in vita ciò che può evitargli la morte.
Le Scuole che insegnavano tale Percorso sono purtroppo ormai scomparse e pochi sono rimasti detentori di tanta Sapienza.
Che nessuno ritenga inopinatamente che fin qui io abbia voluto parlare accademicamente e solo a livello teorico. Qualsiasi parola, alla quale non corrisponde un concetto immediatamente ed immanentemente dimostrabile, è pura aria al vento. Diceva un Saggio di altri Tempi: “non si scherza impunemente con le Leggi della Vita e della Morte”.
Che, prima di giudicare inopinatamente, chiunque sia il Lettore cui ci si è rivolti ed a cui gratuitamente viene offerto tale grande Dono, abbia la pazienza, la volontà e l’ardire di effettuare i tentativi necessari, così per come sono stati qui descritti. Qualora riscontrasse degli eventi, durante l’applicazione, che si distaccassero di molto per quanto fin qui descritto, allora avrebbe motivo di lamentarsene. Ma fino a quel momento, taccia ed operi in silenzio.
Nel prossimo scritto, parlerò della trasformazione dell’Io in Anima. Fenomeno ancor più grande e stupefacente di quanto fin qui descritto.


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