LA QUESTIONE ETICA
Da molto tempo si
sente parlare in politica della “Questione
Etica”. Se volessimo attenerci rigidamente ai due termini, la “questio”, come definita da Treccani è:
“Termine latino usato dagli storici del diritto, con il significato sia
di «corte giudicatrice», sia di «interrogatorio con tortura», e dagli storici
della cultura medievale con il significato di «problema» e quindi di «disputa
scolastica».
Etica, dal significato
più complesso e profondo e sempre secondo Treccani è: “In senso ampio, quel ramo della filosofia che si occupa di qualsiasi
forma di comportamento (gr. ἦθος) umano, politico,
giuridico o morale; in senso stretto, invece, l’etica va distinta sia dalla
politica sia dal diritto, in quanto ramo della filosofia che si occupa più
specificamente della sfera delle azioni buone o cattive e non già di quelle
giuridicamente permesse o proibite o di quelle politicamente più adeguate.”
In sostanza, se si
volesse dare una definizione letterale dell’espressione complessiva data dalla
somma delle due parole “questione etica”,
si dovrebbe coniare come minimo quanto segue: “La problematica o la disputa relativa al comportamento giuridico e
morale di un individuo, nonché al suo operare giuridicamente e politicamente
più o meno corretto” andrebbe inquadrato nel contesto della realtà alla
quale ai nostri giorni assistiamo.
Ci troviamo al
cospetto di una Classe politico - dirigenziale da potersi serenamente definire
“eticamente allucinante!”
Non ritengo, per
quanto possa scaturire dal mio mio umilissimo pensiero, di poter in alcun modo
definire nella massima espressione di “generosità”
possibile, eticamente accettabile una Classe Dirigente quale quella che ogni
giorno si presenta ai nostri occhi, perpetrando ignominiosamente il misfatto
dell’oltraggio continuato ed aggravato all’'intelligenza dell’'interlocutore.
Nella fattispecie quella del cittadino.
Avevano certamente
millanta difetti, ma altrettanto sicuramente ci si doveva inchinare per
cultura, immagine e quant’ altro, al cospetto dei Politici e degli Statisti
della nostra Prima Repubblica. Anche loro erano, e sono ancora criticabili dal
punto di vista etico, per certi versi, anche se il terremoto di “mani pulite”
ha fatto di tutte le erbe un fascio, asservendo il tutto alla logica di una sorta
di livella deviata ed aberrante del
Principe Antonio De Curtis.
Chi può dimenticare
quelle grandi Figure che hanno rappresentato le colonne di supporto della nostra
Democrazia e della nostra Repubblica.
Mi riferisco a
Personaggi come Sturzo, De Gasperi, Moro, Almirante, Berlinguer, Malagodi,
Spadolini, Pertini, Fanfani, ecc. e ciò indipendentemente dal colore politico o
dal partito di appartenenza.
Uomini che prima di impegnarsi in politica
avevano dedicato buona parte della loro vita agli Studi ed all’'apprendimento di
una Cultura ormai definitivamente obsoleta dai loro colleghi contemporanei.
Oggigiorno si è
costretti ad assistere a indescrivibili episodi dimostrativi che non possono non essere considerati come il
termometro atto a misurare il livello dell’ignoranza dei nostri rappresentanti
nelle due Camere del Parlamento. Un Grande di tutti i tempi soleva usare, per
indicare una persona ignorante, questa frase: “su di lui la Cultura scivola coma acqua sull’'olio!”
Purtroppo adesso la
situazione è ben più critica. Non può essere utilizzata neanche questa frase
perché i nostri si trovano a tanta
distanza dalla fonte della Cultura, che questa neanche li sfiora, in tal
maniera da potergli scivolare sopra.
Si passa pertanto
dall’'idioma del “dipietrese” lingua
da pochi compresa e financo dallo stesso autore, che per altro, sembra spesso
terminasse i propri discorsi con un “non
so se mi capisco…?”, per arrivare a monologhi, quali quelli ascoltati
durante gli interventi dei nostri Deputati e Senatori nelle Sacre Aule e
caratterizzati dalla misconoscenza delle più elementari regole sintattiche e/o
grammaticali. Fantasma è ormai divenuta l’ancor più sconosciuta Stilistica,
divenuta motivo di pianto dei più famosi oratori della nostra politica.
Si tramanda a tal
proposito, che un Grande Statista della Prima Repubblica abbia lasciato
scritto, tra le decisioni testamentarie quale ultima volontà, l’essere posto
nella bara a faccia in giù.
Una nota scritta in
calce al documento lasciato ai posteri, così spiegava tale strana richiesta: “perché così, quando ascolterò i discorsi
fatti dai miei successori, rivoltandomi nella tomba, mi troverò finalmente
nella posizione giusta a pancia in aria!”
Validissima ma non
sufficientemente adeguata forma di veggenza!
Da una vedetele tutte!
Così appare facile dedurre che chi ha la sfrontatezza di venire meno al più
elementare principio di rispetto nei confronti del Prossimo, scaricando in quei
consessi che dovrebbero essere il Tempio della Democrazia e del Sapere, tutta
la propria impreparazione ed ignoranza, è capace di compiere qualunque azione.
La Questione etica che
ne scaturisce è la logica conseguenza minima di questo primo pilastro di
sostegno della “preparazione culturale” di costoro.
Bisogna proseguire nel
ragionamento, a mio umile avviso, con l’assunzione di alcuni corollari, per
poter comprendere quale sia il punto finale di arrivo:
- - L’ignoranza genera mostri.
- - Essa è la causa prima della presunzione.
- - Dalla presunzione scaturisce l’arroganza.
- - L’arroganza leva all’'interlocutore la libertà di espressione.
- - Il crollo della libertà di espressione porta ad un cedimento dei più elementari principi della Democrazia.
- - L’assenza di Democrazia porta al bivio perverso che passa, o per la formulazione di poteri forti, ovvero all’'anarchia.
- - Entrambe le strade hanno come logica comune la conseguenza dell’esercizio consuetudinario di abusi e la non osservanza delle regole.
- - L’assenza di Regole, porta al crollo definitivo dei Principi fondamentali della Giustizia.
Di fronte a questo
quadro così complesso ma al contempo così chiaro come non può esserci “solo” una semplice Questione Etica?
Si dovrebbe rifare
tutto da capo! Si dovrebbero fare dei corsi di preparazione alla gestione della
Res Pubblica per poi finire con un esame, dinanzi ad apposita commissione di Saggi
Esperti ed Acculturati ed essere giudicati e dichiarati idonei o meno alla
candidatura nelle liste elettorali!
Altro che candidature
imposte dall’'alto! Esse spesso, forse troppo spesso, motivate da equilibri
interni di Partiti o peggio da equilibri soggetti alla regola della logica
delle spartizioni. Per non parlare infine degli equilibri dovuti
all’'assestamento di rapporti con amanti, mantenuti/e, ecc. Vera negazione dei
principi fondamentali della Democrazia. Nella vecchia Unione Sovietica ai tempi
di Giuseppe Stalin e Nikita Kruscev, al momento delle elezioni si calava dal
cielo un candidato solo. O votavi per quello o non votavi. Alla fine, qualsiasi
fosse il numero dei voti ricevuti quello veniva sicuramente eletto….
La questione per
concludere e non rischiare di essere oltremodo stucchevole è che bisogna
intervenire a monte, per evitare gli effetti e le conseguenze dannosi a valle.
Finiremo altrimenti, per
come ben descritto dal Grande Poeta nella sua Opera: assisteremo alla scena di
un cieco, che avendo una lanterna in mano, conduceva, trascinandosela dietro,
un schiera di altri ciechi. La sua presunzione, data dal possesso della
lanterna gli fece dimenticare di esser senza vista e così spinse sé stesso per
primo e gli altri al suo seguito, dopo, nel baratro del burrone in cui caddero
tutti rovinosamente.
Altro che “questione etica…!” E.L.K.
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