PARTE
TERZA: I TRE LIVELLI – CELLULA, UOMO, UNIVERSO, DIO.
Nello
scorso scritto, ci eravamo lasciati con la descrizione di quella che è la Triplice Struttura che compone l’Essere
Umano.
Abbiamo
parlato di:
-
Corpo biologico o organico, contenitore
dello Spirito
-
Spirito contenitore dell’Io
-
Io che si trasforma in Anima, se evoluto e
preparato adeguatamente.
Analizziamo
le tre componenti, per tentare di dare un’interpretazione appropriata al senso
della descrizione di ciascheduna parte, che di fatto fa appartenere l’Uomo a
tre Mondi o Piani: il materiale, lo Spirituale ed il Divino.
CORPO
BIOLOGICO OD ORGANICO.
Esso
è rappresentato da un universo di sub-unità ed unità elementari, che rispondono
tutte assieme alla logica della simbiosi operativa che è alla base della Vita.
Miliardi
di cellule, che apparentemente funzionanti in maniera particolare e relativa nel
proprio habitat tissutale per ruoli, in realtà non fanno altro che soddisfare
all’esigenza della sopravvivenza del corpo umano cui appartengono, per ricavarne
in cambio la propria stessa sopravvivenza.
E’
chiaro, come presupposto, che se il corpo cui appartengono e dentro il quale si
esplica la loro vita, dovesse morire, loro morirebbero, come avviene,
conseguentemente, con il processo putrefattivo post mortem.
Loro
operano pertanto, svolgendo ruoli ben
definiti e specialisticamente produttivi, nel contesto di una sorta di economia
vitale del corpo cui appartengono. Basti ricordare, per la Legge delle
Analogie, l’esempio riportato nel precedente scritto e relativo ai virus.
La
cellula, al contrario di quest’ultimo, è un’unità completa, operativa e vitale
in maniera autonoma. Essa svolge ruoli ben definiti, a seconda del tessuto di
cui fa parte e/o dell’Apparato nel quale opera. Ha un suo patrimonio genetico fondamentalmente identico a quello di tutte le
altre cellule del corpo cui appartiene ed è specializzata nel creare e
realizzare determinati fenomeni altamente qualificati che rispondono alla
logica unica della sopravvivenza dell’organismo nella sua interezza.
Se
volessimo usare un termine di paragone, sempre soggetto alla Legge delle Analogie
su indicata, potremmo affermare che nell’uomo, la cellula sta a tutto il corpo,
come un uomo sta all’Universo.
Immaginiamo,
per approfondarci sempre più negli esempi del demanio cui facciamo riferimento,
che una cellula, corrisponda ad un
essere umano.
Per
analogia possiamo affermare, che si
potrebbe concepire un’immagine che personalmente ritengo molto bella e che vado
qui di seguito a descrivere.
Immaginiamo
per un attimo, che esista un’astronave capace di condurre un gruppo di persone
a velocità mille e mille volte superiore a quella della luce e che viaggi nel
Cosmo sempre nella stessa direzione. Passando il tempo, finirebbe per uscire
dall’Universo, che per necessità, deve essere per così dire contenuto all’interno di un qualcosa.
Per
sottolineare questo passaggio, bisogna fare una riflessione molto semplice e
basata sulla teoria scientificamente più accreditata ed acclarata dei nostri
giorni: Il Big Bang.
Essa
sostiene, per come è giusto, che l’Universo si sia generato dall’ esplosione
della sua massa primordiale, grande all’inizio, quanto un pisello. Ebbene sono
d’accordissimo con tale teoria, ma non ho mai capito perché nessuno si sia mai
soffermato su un particolare che ritengo non senza peculiare rilievo: tale
particella iniziale di così piccole dimensioni, doveva pur essere “contenuta” in un qualcosa. Sia esso
etere, vuoto o che dir si voglia. C’era pertanto, una qualche realtà di già
esistente attorno a questo “pisello”.
Tale cosa indefinibile al momento coi nostri mezzi umani, si sarà adeguatamente
espansa, per poterlo continuare a contenere anche dopo l’esplosione. Nella più
esasperata ipotesi doveva esistere un vuoto
di già esistente.
Orbene,
fatta questa riflessione, proseguiamo con quanto avevamo iniziato a descrivere e
cioè col viaggio del gruppo sempre nella stessa dimensione ad una velocità inconcepibile.
Trascorrendo
del tempo, immaginariamente potremmo affermare, che il viaggio porterebbe
questa astronave fino ad una parte più estrema dell’Universo. Proseguendo
ancora, dovrebbe poter continuare, lasciando l’Universo così per come
attualmente concepito e proseguire in questo qualcosa, che lo conteneva
all’origine prima della Grande Esplosione e che evidentemente continua a
contenerlo ancora. Qualsiasi sia la sua composizione e struttura, continuiamo
ad immaginare che il velocissimo mezzo di locomozione, prosegua imperterrito la
sua corsa. Più tempo passa, più si allontana e più alle spalle, le galassie e
le stelle compongono l’Universo in questione, si vedranno, sempre più dense e
sempre più coese. Facciamo proseguire il viaggio ancora per ulteriore tempo
sufficiente a lasciarselo alle spalle, sempre più distante a tal guisa da
vederlo sempre più rimpicciolito. Ebbene arriverebbe un momento in cui la
distanza sarebbe tale, che i componenti del gruppo, girandosi indietro, verso
di esso, lo vedrebbero come un immenso corpo umano: il corpo di Dio!!!
Sembrerà
banale e fantascientifica questa immagine, ma mantenendo il rapporto di
proporzione e dimensioni, per la solita Legge delle Analogie, se è vero che
Macro e Microcosmo vivono delle medesime Regole, caliamoci nella realtà infinitesimamente
piccola della cellula di cui abbiamo parlato e vediamo cosa succede.
Ripetiamo
ora l’esperienza precedente. Un gruppo di cellule che si trovano, ad esempio,
all’interno della parete di un organo, quale può essere il fegato, così come il
gruppo di uomini citato nell’esempio precedente, inizia a viaggiare sempre nella stessa direzione, a velocità altissima.
Ebbene, dopo aver attraversato l’intero corpo, esserne uscito ed aver raggiunto
una distanza adeguata, si volta indietro e
vede l’immenso corpo umano di cui facevano parte, che è il corpo del loro Dio.
Come
si può vedere, l’Analogia di Ermete esiste ed è reale molto più di quanto si
possa immaginare!
Per
la stessa regola vale l’equazione proporzionale, che, come il gruppo di esseri
umani prima del viaggio, non aveva contezza della forma, vastità e proporzione
del Corpo Superiore di cui faceva parte, così il gruppo di cellule, non aveva
in precedenza contezza del corpo umano, nel quale viveva e delle sue fattezze.
Equazione
semplice: la Cellula sta al corpo
umano, come l’essere umano sta all’Universo!
Entrambi
pertanto, viaggi a parte, nella situazione attuale non conoscono il contesto nel quale vivono, nella sua
interezza e nella logica di appartenenza. Forma a parte. Per farlo, devono uscire dalla famosa scatola e guardare
dall’esterno.
Una
volta accertato quanto fin qui esposto, risulta molto facile concepire come non
si può, con mezzi fisici, dimostrare direttamente l’equazione precedente.
Basta
però soffermarsi su una semplice riflessione, per comprendere il significato
del mio dire.
“Che cognizione ha del ruolo che svolge, la
cellula del corpo umano e della sua forma e delle sue azioni?” Nessuna!
“Che cognizione ha del ruolo che svolge, l’uomo
facente parte del corpo di Dio e della sua forma e delle sue azioni?”
Nessuna!
Né
mai gli sarà data possibilità di accertarlo, ripeto, con mezzi tecnologici,
pratici e fisici nella nostra Dimensione!
Se
volessimo portare un paragone ulteriore a supporto di quanto fin qui esposto,
riflettiamo su un particolare, sempre nel demanio dell’Analogia dell’Aforisma
Ermetico.
Datosi
che la cellula di un tessuto qualsiasi del corpo è incosciente dell’interezza
dell’organismo cui appartiene e della sua effettiva esistenza in chiave di
Unità umana vivente, per conseguenza, l’uomo vive lo stesso fenomeno come cellula del Corpo di Dio.
A
questo punto, cos’è che differenzia la cellula animale dalla Cellula Pensante?
Così per analogia cos’è che differenzia l’uomo
dall’Uomo?
La
risposta è assai semplice, giunti a questo punto: La capacità di entrambe le
Unità elementari di vivere quale parte cosciente
dell’Organismo più complesso e quindi di evolvere verso Mete Superiori.
La cellula del corpo umano deve, per così dire, salire evolutivamente, fino a diventare cellula del cervello dell’uomo, e quindi, con l’attività pensante, comprendere e prendere coscienza della Realtà globale cui appartiene. Similmente l’Uomo deve diventare Cellula Pensante della Mente di Dio, per poter comprendere e vivere coscientemente il ruolo di componente stessa del Pensiero Divino.
La cellula del corpo umano deve, per così dire, salire evolutivamente, fino a diventare cellula del cervello dell’uomo, e quindi, con l’attività pensante, comprendere e prendere coscienza della Realtà globale cui appartiene. Similmente l’Uomo deve diventare Cellula Pensante della Mente di Dio, per poter comprendere e vivere coscientemente il ruolo di componente stessa del Pensiero Divino.
Questa
è, quindi, la differenza che caratterizza la condizione Biologica ed organica
dell’uomo. Questa è la componente di base della sua parte fisica, quale
contenitore dello Spirito.
Nel
prossimo scritto tratteremo appunto di questa sua caratteristica peculiare, che
a sua volta contiene l’Io o Anima, nel momento in cui evolve adeguatamente,
realizzando quei processi che gli consentono di accedere alla Conoscenza
Superiore con l’applicazione di metodiche un tempo ben note e di poi insegnate
dai Saggi e dai Sapienti Antichi, a coloro che, da prescelti, ne invocavano l’apprendimento.
Alla
fine di questa trattazione, ne riporteremo alcune, relativamente facili da
utilizzare ed applicare per il raggiungimento della condizione evolutiva
necessaria.
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