giovedì 30 aprile 2015

IL PRIMO PASSO VERSO L' ETERNITA': PARTE QUINTA



IL PRIMO PASSO VERSO L’ ETERNITA’ -  PARTE QUINTA :  l' Io


Dopo aver trattato dello Spirito dell’Uomo, andiamo a soffermarci ora sull’ Io quale precursore in vita, dell’Anima post mortem.
Se volessimo credere a quanto descritto da alcuni Sapienti della Tradizione (da David ad Aristotile a Giuseppe Balsamo ad Elifas Levi), dovremmo accettare la teoria secondo la quale, un uomo si distingue dalla bestia, non soltanto per la verticalizzazione dell’asse tracheale, ma soprattutto per la sua capacità di evolvere interiormente, mentalmente e spiritualmente. Perché questo avvenga, cultura a parte, dovrebbe dedicarsi con metodica precisa e percorso specifico al raggiungimento di quella che appunto viene indicata come la condizione di “coscienza” dell’Io.
Un uomo rozzo, legato alla materia e dominato dall’ egoismo, non potrà giammai beneficiare di tale condizione. Né potrà mai raggiungere tale stato, altro individuo che compie il male, che ha generato violenza e soprattutto che ha commesso delitti o compiuto nefandezze del genere. Per poter accedere allo “status” al quale faccio riferimento, le caratteristiche fondamentali dell’individuo che vuole evolvere nella direzione che indichiamo col presente scritto, devono essere, la generosità, l’amore per il prossimo, la curiosità del Sapere, la volontà di migliorare e soprattutto la necessità interiore di tendere verso il Superiore e la Divinità.
Questo secondo modo di vivere, certamente porta ad una forma di elevazione interiore, che rende il proprio Io sempre più prossimo alla componente di tipo Superiore.
Prima di proseguire, tenterò di dare una definizione di Io, nel senso più completo possibile, date le mie umili capacità espressive.
Scriverò pertanto, qui di seguito in corsivo, proprio per evidenziare taluni aspetti che potrei non descrivere bene e potrebbero essere a parte descritti, per quanti non riuscissero a cogliere il senso del mio dire e che intendessero chiedermene ragione.
Ciascuno di noi non nasce quasi mai per la prima volta, ma molto sovente, è il frutto di un riciclo, proprio dovuto ad un passato non adeguatamente evoluto. Il nostro Io in maniera immemore ed incosciente, per “attrazione magnetica”, entra nella cellula germinale al momento della sua fecondazione, per una serie di circostanze spesso fortuite o occasionali, che non è il caso in questo scritto di trattare anche se mi riservo espressamente di farlo in altra esposizione.
Una volta entrato, incarnandosi nuovamente, deve attendere il tempo necessario per poter riacquisire gli elementi cerebrali e mentali tali da poter applicare le metodiche per immortale il proprio Io nel nuovo ciclo.
Raggiunta l’età adulta (dal nostro punto di vista almeno al quattordicesimo anno), può, sotto guida, cominciare a percorrere il cammino che lo porterà al livello adeguato per cominciare a rendere cosciente e memore il proprio Io.
L’Io, per definizione è la parte non visibile del nostro essere, che si crea in sé stessi, nel momento in cui si è evoluti per Ragione, Conoscenza e Memoria. E’ il nostro “me a me stesso”. E’ la parte che apparentemente ci auto individualizza, e di cui noi parliamo, quando ci riferiamo alla nostra persona. Ciò, ovviamente nel luogo comune. Nel demanio del quale stiamo trattando, Esso può essere definito come la creazione ex novo di una nostra cosciente esistenza, che tende alla perfezione.
Quale che sia la definizione, in ogni caso l’Io rappresenta la componente vitale della nostra Ragione e dei nostri Sentimenti, fusi in un’unica realtà oggettiva all’ interno ed al di fuori di ciascuno di noi.
Un tempo, quando in certi Templi i Maestri di color che sanno…, per dirla alla Dante, sapevano davvero insegnare i Misteri, già ad un grado d’iniziazione che oggi nell’ Ordine Massonico corrisponde al Grado di 33:.,  si apprendeva la capacità della fuoriuscita dell’Io dal corpo, durante la vita, mantenendo  la capacità della Coscienza e della Memoria.
Oggi purtroppo, tutto ciò è svanito nel nulla e solo in pochi conoscono il primo dei Misteri Gnostici che porta alla più elementare forma di immortalità da Dio concessa all’ uomo.
A questo punto, invece di perdersi in forme di critica più o meno giustificata, pregherei il lettore, di fare una riflessione.
Immaginiamo che un uomo riesca a far uscire dal proprio soma contenitore il proprio Io, oppure chiamiamolo, per meglio rendere l’idea, il proprio pensiero oggettivo ed autonomo. Questo riesce, in determinate circostanze che sono il frutto di un adeguato allenamento raggiunto durante particolari forme di meditazione, per così dire, a lasciare il corpo e raggiungere nuove mete, anche lontanissime per rientrarvi a piacimento ed in maniera completamente atraumatica, senza alcun rischio né per la salute fisica, né per quella mentale. Come tutte le cose, però, tanto dovrà essere guadagnato, riuscendo a “varcare la Soglia”.
Su quest’ultima espressione mi soffermerò a lungo nel prossimo scritto.
Immaginiamo pertanto, dicevamo, un uomo che sdraiato a letto, al buio, riesca ad abbandonare il proprio corpo ed a proiettarsi al di fuori, imparando a muoversi nell’ Etere a piacimento. Dopo aver vissuto tale esperienza, rientra nuovamente nella condizione iniziale e riprende la propria vita normale.
La circostanza potrebbe sembrare ai più superficiali, una specie di favoletta, qui narrata per proseguire accademicamente nella narrazione. Tutt’ altro! L’affermazione è molto più vera, pratica e concreta di quanto si possa minimamente immaginare.
Proviamo comunque, a darla per scontata, come possibilità di esecutività. Ebbene, a questo punto, quale sarebbe la conseguenza positiva di tale applicazione?
La risposta è assai semplice: poco prima del decesso, avendo l’Io raggiunto la capacità della fuoriuscita dal corpo mantenendo la coscienza e la memoria del proprio sé, si ripete l’operazione e si abbandona il corpo, senza alcuna conseguenza per la propria condizione spirituale che si va a vivere, in quanto già nota e per esperienza percorsa scientemente e volitivamente, numerose volte durante la vita umana.
E non è forse questa la prima vera forma di Immortalità concessa all’ Uomo dalla Divinità, una volta che si riesce a mantenere la presenza di sé a se stesso come individuo cosciente e memore?
Questo è il primo dei Grandi Arcani, sempre occultato negli scritti dei Sapienti di tutti i tempi e di tutte le Tradizioni.
Ben so che certe cose non dovrebbero essere divulgate in maniera gratuita, ma personalmente ritengo che i tempi siano maturi perché questo scritto vada dove deve andare e sia compreso da chi deve comprenderlo. Non mi impressiona certo il sorriso sarcastico di chi è parco del proprio scire. Io ho appreso queste Verità solo grazie alla mia umiltà, alla mia pazienza ed alla mia perseveranza.

Nel prossimo scritto descriverò alcune delle metodiche che da sempre sono state insegnate nelle Scuole di Livello adeguato, per ottenere il raggiungimento della capacità della fuoriuscita dell’Io dal corpo durante la vita.

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